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Immagine del redattoreMichele Puccio

STRATEGIE DI VENDITA NEL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Oggi vediamo come il buon Renzi è andato a scuola di PNL e tecniche di vendita.

Riprendiamo il quesito dell’imminente referendum costituzionale. La domanda a cui siamo chiamati a risponde recita:

« Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016? »

Ho evidenziato con colori differenti parti della stessa domanda. Praticamente la domanda è una, ma all’interno ci sono altre 5 differenti domande.

Tecnicamente è stato implementato lo YES SET, tecnica usata da Milton Erickson per entrare in rapport con i suoi pazienti. Semplificando, ti pongo delle domande scontate, a cui non potrai che rispondere si, per indurti a dir di si a quella che è la vera domanda. Pensateci un attimo, conoscete qualcuno che è favorevole all’aumento dei costi della politica e all’aumento del numero dei parlamentari?

Facciamo qualche altro banale esempio:

  1. Mi conferma caro cliente che state cercando di aumentare gli utili?

  2. Mi conferma che la riduzione dei costi è un punto fondamentale per l’ottenimento del risultato?

  3. Mi conferma anche che le richieste di performance della connessione internet aumentano ogni trimestre?

  4. Se le dicessi che i nostri clienti con il prodotto X hanno migliorato le performance del 30% e ridotto i costi del 50% sarebbe interessato ad approfondire l’argomento con un meeting?

In TV si è dibattuto molto sul quesito in quanto sembra un spot elettorale, lo è anche, ma tecnicamente mi sento di dire che è molto di più.

Veniamo al voto. Mentre scrivevo l’articolo mi chiedevo se fosse o meno opportuno esprimere la mia preferenza sul voto direttamente in questa sede. Alla fine mi sono ricordato che ognuno di noi deve sentirsi coopartecipe della realtà che ci circonda (concetto già sviluppato nel blog) e come diceva sempre il mio professore d’italiano delle superiori, non si può non far politica, perché anche quando camminiamo su un marciapiede stiamo facendo politica e assumersi la responsabilità di voler creare un cambiamento passa anche per condividere le proprie scelte provando a influenzare il tuo ambiente.

Sono favorevole al SI e questi sono i principali motivi:

  1. Tutti si lamentano dei risultati prodotti dal nostro sistema politico, ma se non si cambiano le regole del gioco non possiamo aspettarci risultati differenti.

  2. Chi vota NO per cambiare Renzi, esprime comunque un voto di cambiamento, ma non incide sul problema alla fonte, non ci sono garanzie che il dopo Renzi sia migliore di adesso.

  3. Lo stesso Berlusconi dichiara che Renzi è l’unico leader politico al momento in Italia. Lo penso anch’io, quindi se è l’unico, l’alternativa rischia di generare ancora più instabilità.

  4. Sicuramente non sarà una proposta perfetta, ma come nelle vendite anche in politica, chi vuole stravincere rischia solo di perdere, mezzo passo in avanti è sempre meglio di nessun passo.

  5. Non mi fanno paura le minacce di rischi di strapoteri e ritorni monarchici, sarebbe un po’ come offendere il popolo italiano.

  6. Lavoro in un settore in cui la velocità è tutto, in cui i cambiamenti che si vedono ora in 3 anni si vedevano prima in 300, la celerità decisionale diventa la priorità.

  7. Pur non essendo stato entusiasta della Brexit e di Trump, una cosa ho apprezzato di questi popoli, volevano dei risultati e hanno avuto il coraggio di cambiare. Se poi i risultati non arriveranno potete stare tranquilli che cambieranno ancora.

Buon voto a tutti!


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